Torta fritta, crescentina, chisulèn: i nomi dello gnocco fritto | NonSoloBuono
article header
Federica Salciccia
2 minuti

TORTA FRITTA, CRESCENTINA, CHISULÈN: I MILLE NOMI DELLO GNOCCO FRITTO

Se la piadina è considerata la regina dello street food emiliano-romagnolo, il gnocco fritto (sì, l’articolo è volutamente sbagliato, come richiede la dicitura locale) non è da meno, anzi! Si tratta di uno dei prodotti più tipici della regione, tanto che tradizione vuole venga servito come antipasto nei ristoranti come nelle osterie, per predisporre l’avventore ad entrare in armonia con il territorio.

Tuttavia, nonostante la tipicità, non è così semplice ordinarne uno: a seconda di dove vi troviate, questo gustoso angolo di paradiso culinario cambia nome. Se nella zona di Modena e Reggio Emilia potete chiamarlo appunto “gnocco fritto“, da altre parti rischiate di non essere capiti. A Bologna, infatti, conviene chiediate delle “crescentine”, a Parma della “torta fritta”, a Piacenza dei “chisolini” (meglio ancora dei chisulén), a Ferrara dei “pinzini”. Un’eccellenza questa che va oltre i confini regionali: se vi spostate in Toscana, infatti, ordinate delle “ficattole” e andate sul sicuro.

Ma al di là dei nomi, cosa è davvero uno gnocco fritto? Si tratta di un piccolo rombo di circa 4-8 cm per lato, realizzato con farina di frumento, acqua, sale, lievito, latte e fritto nello strutto, anche se negli ultimi anni, per renderlo più leggero e digeribile, si preferisce utilizzare dell’olio di semi per la cottura.

Si tratta di un prodotto davvero versatile, se si pensa che può essere condito in mille modi e a seconda delle zone accompagnato dal prodotto tipico di riferimento. Solitamente si preferisce servirli con un tagliere di salumi misti, come il prosciutto crudo o cotto, la spalla, la pancetta, la coppa o la mortadella. Anche i formaggi freschi sono parecchio quotati: in particolare lo squacquerone o lo stracchino, oppure ancora i sottoli.

Meno conosciuta e anche meno ortodossa la versione dolce: lo gnocco fritto infatti può essere anche farcito con crema di nocciole o mascarpone e diventare un ottimo dessert.

Per salvaguardare e tutelare questo gustosissimo piatto, la regione Emilia-Romagna e il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali hanno incluso lo gnocco fritto nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T.).

Adesso non vi resta che assaggiarlo!

Ultimi articoli

IL PROFUMO E IL GUSTO DELL’ECCELLENZA: ALLA SCOPERTA DEL PROSCIUTTO DI PARMA

LEGGI

PISAREI E FASÒ: IL CUORE RUSTICO DELLA CUCINA EMILIANA

LEGGI

IL “TESORO” DI MODENA: STORIA, PRODUZIONE E TRADIZIONE DELL’ACETO BALSAMICO

LEGGI