Natale: le ricette emiliane da portare in tavola | NonSoloBuono
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La Redazione
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Le tradizioni gastronomiche natalizie dell’Emilia Romagna

Indice:

Quando si parla di Natale e ricette emiliane, si entra in un mondo di sapori autentici, calore familiare e convivialità. In Emilia-Romagna, il menu di Natale è un vero rito: profuma di brodo fumante, di salumi stagionati, di dolci speziati e di case che si riempiono di voci e allegria. Ogni provincia racconta la propria storia attraverso piatti di Natale tramandati di generazione in generazione, dove la pasta fatta a mano incontra l’arte dei norcini, dei casari e dei pasticceri.

Dai tortellini in brodo, simbolo dei primi piatti di Natale emiliani, ai bolliti misti con le loro salse tradizionali, fino ai dolci ricchi di miele e frutta secca come il Pampepato ferrarese o la Spongata di Brescello, ogni portata è un inno alla tradizione e alla festa.

Se sei in cerca di idee per il menu di Natale o di antipasti di Natale per stupire i tuoi ospiti, l’Emilia-Romagna offre un’infinità di proposte genuine e ricche di storia: un viaggio gastronomico tra sapori unici e tradizioni che si rinnovano ogni anno.

Scopriamo insieme le ricette e i piatti di Natale emiliani, portata dopo portata — dagli antipasti di Natale ai dolci — per comporre un menu che celebra la convivialità e l’amore per il buon cibo.

Antipasti di Natale emiliani: tra taglieri e specialità regionali

I salumi della tradizione

Nel Natale emiliano-romagnolo l’antipasto spesso comincia in modo sontuoso con un concentrato delle celebri eccellenze della salumeria della regione. Il richiamo più forte è alla “terra dei salumi”, con la presenza di prodotti tutelati e riconosciuti in tutto il mondo:

  • Prosciutto crudo di Parma: prodotto dalla zona parmense, stagionato, dalla carne dolce e saporita.
  • Culatello di Zibello: vera eccellenza, spesso riservata alle occasioni. Anche questa nella zona del Parmense/Po.
  • Coppa piacentina: salume tipico della bassa piacentina, dagli aromi morbidi e delicati.
  • Salame felino: anch’esso della provincia di Parma, storicamente legato al borgo di Felino.
  • Mortadella di Bologna: salume iconico della città di Bologna, perfetto sul tagliere con i suoi profumi e la consistenza morbida.

Questo primo momento a tavola ha la funzione di un “aperitivo conviviale”, dove i salumi possono essere accompagnati da un buon pane rustico, da piadine, gnocco fritto o dalle classiche tigelle modenesi. In questo modo si celebra l’“antipasto” come momento di apertura della tavolata natalizia, un momento conviviale e ricco.

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I formaggi buoni

Parallelamente ai salumi, non può mancare un tagliere di formaggi, scelti per il forte legame con il territorio e per la sapidità che ben prepara i commensali alle portate successive. Alcuni esempi:

  • Parmigiano Reggiano: il formaggio per eccellenza dell’Emilia, perfetto da degustare a pezzi o grattugiato sull’antipasto oppure come accompagnamento al formaggio di fossa.
  • Formaggio di Fossa di Sogliano: peculiare formaggio della Romagna, con stagionatura in fosse sotterranee che conferiscono profumi intensi e carattere deciso.

Piadina, gnocco fritto e tigelle: un accompagnamento tradizionale

Nel contesto emiliano-romagnolo, accanto al tagliere “da salume e formaggio”, troviamo spesso alcuni elementi della tradizione che sono perfetti come accompagnamento:

  • La piadina romagnola, tipica della Romagna, semplice e gustosa, perfetta per accompagnare salumi e formaggi.
  • Lo gnocco fritto (o “crescentina” nella variante modenese/bolognese) è un impasto fritto leggermente rigonfio che accoglie perfettamente salumi e formaggi.
    Questo mix tra “rustico e festa” rende l’antipasto un momento conviviale e capace di introdurre la tavola in grande stile.

Le tigelle, tipiche del modenese, preparate con un impasto di farina, strutto, acqua, lievito e sale, e tradizionalmente cotte su piastre o in stampi che originariamente si chiamavano appunto “tigelle”. Vengono servite calde, tagliate a metà e riempite con condimenti salati come salumi e formaggi.

Primi piatti di Natale in Emilia-Romagna: la pasta fatta in casa è la protagonista

Tortellini in brodo

Un must assoluto del pranzo natalizio in Emilia. I tortellini ripieni di carne, serviti in brodo caldo, rappresentano il calore, la tradizione ed il momento “nobile” dell’inizio del pasto. Il brodo caldo “accoglie” i commensali e rappresenta metaforicamente il vissuto della famiglia riunita, secondo le tradizioni gastronomiche locali. Perfetti per questo piatto i Tortellini di Carne FINI Modena della linea Antica Bottega, con sfoglia ruvida e un ricco ripieno di carne 100% italiana, sapientemente brasata con vino e verdure.

Passatelli

Altro primo molto diffuso nelle feste natalizie, specialmente nelle province di Emilia-Romagna: possono essere serviti in brodo di carne, oppure asciutti, magari con un condimento semplice ma saporito. La loro presenza sottolinea la continuità con la tradizione contadina e il valore della pasta fatta in casa.

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Lasagne al forno

Nella zona di Bologna e dintorni, un piatto “di festa” per eccellenza: lasagne verdi all’uovo, ragù alla bolognese, besciamella, Parmigiano Reggiano grattugiato. Un primo piatto che non è solo ricco e sostanzioso, ma simbolo di celebrazione. Il momento delle lasagne al forno può essere vissuto come la “portata principale” dei primi, soprattutto in tavole numerose nel periodo natalizio.

Tortelli verdi (o di zucca)

Infine, nella tradizione emiliana vengono anche serviti i tortelli verdi (ricotta e erbette) oppure i tortelli di zucca – solitamente in contesti più familiari o in certe zone specifiche – come alternativa elegante e legata al territorio, magari serviti con burro fuso o salvia, oppure semplicemente con un filo d’olio e Parmigiano.

I secondi nel menù di Natale in Emilia-Romagna

Il bollito misto

È il grande protagonista dei secondi piatti natalizi emiliani: un misto di carni bollite (manzo, cappone o gallina, a volte lingua, testina…) servite con un assortimento di salse e contorni che variano da zona a zona.
Le varianti territoriali sono importanti:

  • Nella provincia di Reggio Emilia è tradizione servirlo con una salsa verde a base di prezzemolo, uova, sedano e cipolla.
  • Nella provincia di Ravenna, invece, la salsa verde è preparata con melanzane, alici e capperi, talvolta accompagnata dalla mostarda dolce.
  • Nel modenese la tradizione contadina lo accompagna con una salsa a base di barbabietole, cipolle e carote.

Tra i prodotti Le Conserve della Nonna, ci sono alcune chicche perfette per accompagnare un piatto di bollito misto:

la Salsa Contadina, deliziosa ricetta tradizionale fatta con ortaggi freschi cotti in aceto;

le Cipolline all’Aceto di Modena IGP, croccanti cipolline conservate nel tradizionale Aceto Balsamico di Modena IGP, dal profumo penetrante e dall’inconfondibile sapore agrodolce;

la salsa agrodolce di Cipolle Caramellate, realizzata con cipolle bianche e Aceto Balsamico di Modena IGP, dal sapore intenso e avvolgente.

Il bollito misto richiama così la ricchezza e l’abbondanza della tavola natalizia, puntando su carne, convivialità e salse gustose.

Zampone e Cotechino

Un classico delle tavole natalizie, specie nella zona di Modena: lo zampone è tradizionalmente tutelato da marchio IGP ed è molto legato alla celebrazione del Capodanno e del Natale. Viene servito con purè di patate, lenticchie o fagioli. La sua presenza aggiunge tono rustico e legato alla tradizione suinicolturale emiliana.

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Contorni e salse “di supporto”

Accanto ai secondi, i contorni ricordano la giornata festiva: purea di patate, fagioli, verdure lessate o al forno. In particolare, la tavola emiliana dà grande importanza alle salse di accompagnamento: non solo perché completano il piatto, ma perché diventano protagoniste della conversazione, dell’abbinamento e della memoria famigliare.

Dolci di Natale emiliani: un finale di festa tra miele e spezie

Panone bolognese

Dolce tipico del Natale in provincia di Bologna: tradizionalmente senza uova e burro, arricchito con miele, cacao e spezie, frutta secca e canditi. Le origini sono contadine, pensato per affrontare l’inverno con un dolce sostanzioso.
La sua presenza a tavola segnala che il pranzo è giunto alla conclusione, con dolcezza e sapore.

Pampepato ferrarese

Dal territorio di Ferrara nasce questo dolce natalizio caratterizzato da cacao, miele, frutta secca e spezie. Le radici risalgono al ‘600, quando le monache del Monastero Corpus Domini di Ferrara ripresero una ricetta rinascimentale per creare un dolce di lusso. Il nome deriva da “Pan del Papa”, poi trasformato in “Pampepato”. La sua consistenza e sapore lo rendono perfetto per concludere un pasto festivo.

 

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Spongata (di Brescello / Busseto)

Nelle terre dell’Emilia, specialmente nelle zone di Parma-Piacenza-Reggio, troviamo la Spongata: dolce ricco di amaretti, noci, miele, uvetta, canditi, con origini altomedievali. Il nome deriva da “sponga” (spugna), per la superficie irregolare del dolce. Un’eccellente scelta per chiudere in dolcezza con un prodotto dal forte legame territoriale.

Pane di Natale modenese

Tipico della zona modenese, questo dolce natalizio assume una veste “rustica ma festiva”, spesso preparato con farina, miele, uva sultanina, frutta secca, spezie. Viene citato tra i protagonisti della tavola emiliana del Natale.

Biscione reggiano

Infine, nella provincia di Reggio Emilia troviamo il Biscione: dolce natalizio a base di mandorle, uova e canditi, dalla forma ad un lungo serpente o drago, coperto di meringa. Un prodotto meno noto al grande pubblico, ma molto suggestivo e legato alla storia delle pasticcerie reggiane.

Gusto e tradizione emiliana al centro della tavola di Natale

La tavola natalizia dell’Emilia-Romagna racconta molto più di “cosa” si mangia: racconta chi siamo, da dove veniamo e come celebriamo insieme. Ogni piatto – dagli antipasti ai dolci – ha una storia, un territorio, una ragione che va oltre il gusto: è convivialità, è radicamento, è festa.
Scegliendo un salume o un formaggio, una salsa o un dolce, si onora la tradizione, si dà valore alla famiglia, alla memoria e al buon cibo. In questo senso, il pranzo di Natale in Emilia-Romagna non è solo una sequenza di portate, ma un rito in cui il gusto diventa celebrazione.

 

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