Le cinque regole per il fritto perfetto | NonSoloBuono
article header
La Redazione
2 minuti

LE CINQUE REGOLE PER IL FRITTO PERFETTO

Chi lo ha detto che bisogna evitare di mangiare la frittura? Al contrario, come afferma Chiara Manzi, esperta in Culinary Nutrition e autrice del libro “Antiaging con gusto” (Ed. Sperling&Kupefer), il fritto conserva molto bene sia le vitamine delle verdure che gli Omega 3 del pesce  grazie al  breve tempo di cottura e alla croccante pellicola  esterna che si forma proteggendo l’alimento dal contatto con l’ossigeno e dalle alte temperature. “La frittura può fare male solo se assorbe troppo grasso – afferma la dottoressa Manzi – Il fritto, infatti, è molto calorico perché il grasso di frittura viene assorbito dall’alimento e  sappiamo che un solo cucchiaio di olio aggiunge al piatto 90 kcal”. Ma basta rispettare cinque  semplici mosse che ci insegna la dottoressa Manzi per avere un fritto perfetto:

1 L’olio deve essere abbondante e ben caldo, a 180°C. E’ fondamentale avere una friggitrice con termostato per tenere la temperatura costantemente sotto controllo.

2 L’alimento deve essere poco “rivestito”. Se, per esempio, l’alimento viene solo infarinato, come nel caso della frittura di pesce, assorbe la metà dell’olio rispetto a un alimento impanato, come la cotoletta. Pastella e tempura assorbono tantissimo olio, fino a 50 g per ogni 100 g di alimento.

3 Usare olio extravergine d’oliva o l’olio d’arachide perché sono salutari in quanto insaturi e allo stesso tempo resistenti alle cotture anche prolungate. Anche lo strutto è adeguato per friggere sia per il suo elevato contenuto di grassi monoinsaturi sia per il suo limitato assorbimento da parte degli alimenti. Lo strutto infatti possiede grassi di con caratteristiche speciali e penetra molto meno del burro e degli oli negli alimenti fritti: addirittura tre volte di meno. Al contrario, i doppi legami che caratterizzano l’insaturazione si ossidano facilmente. Sono sconsigliate per tanto dalla dottoressa Manzi le fritture in oli di soia e girasole o in oli speciali per la frittura in genere ricchi di grassi saturi, frazionati o idrogenati.

4 Essenziale l’attenzione a scolare il fritto dall’olio con una pinza o un ragno, in modo da sgocciolare bene il grasso, e poiassorbire bene l’olio tamponando per tre volte il cibo con la  carta assorbente.

5 Infine, evitare di bruciare l’olio o gli alimenti e quindi che si formino sostanze nocive come acroleina e acrilammide.

Un fritto così è una vera bontà non solo al palato!

Ultimi articoli

IL PROFUMO E IL GUSTO DELL’ECCELLENZA: ALLA SCOPERTA DEL PROSCIUTTO DI PARMA

LEGGI

PISAREI E FASÒ: IL CUORE RUSTICO DELLA CUCINA EMILIANA

LEGGI

IL “TESORO” DI MODENA: STORIA, PRODUZIONE E TRADIZIONE DELL’ACETO BALSAMICO

LEGGI