Lo sentite il profumo del pane appena sfornato? 🤤
Quell’aroma invitante che si diffonde rapidamente nell’aria e ti fa venire una certa acquolina in bocca?
Qui in Emilia lo sentiamo distintamente, l’inebriante odore delle tigelle ancora calde.
Mhh.. che delizia! Le avete mai assaggiate? Se siete di passaggio in Emilia-Romagna vi consigliamo di farlo!
Se siete, invece, a casa e vi è venuta voglia di mangiare le tigelle, continuate a leggere. Tra poco vi sveleremo alcuni piccoli segreti per realizzare le vostre tigelle home made come da tradizione.
Ma prima… chiariamo subito una questione.
Le tigelle, piccoli dischi di pane da farcire con formaggi e salumi locali, tipiche dell’appennino emiliano, assumono un nome diverso a seconda della zona: a Bologna vengono chiamate tigelle, a Modena, invece, vengono chiamate più spesso crescentine o crescente, nome che nel bolognese sta ad indicare un altro tipo di pane più soffice e fritto nell’olio.
Nome diverso a parte, le crescentine modenesi e le tigelle, sono la stessa cosa: patrimonio gastronomico emiliano e street food conviviale.
Curioso, vero? Aspettate di conoscere da dove ha origine il nome.
Le tigelle prendono il nome dai dischi in terracotta usati un tempo per la loro cottura. Il termine “Tigella” (tigèla), deriva probabilmente dal verbo latino “tegere”, ovvero coprire. Questi dischi in terracotta del diametro di circa 10-12 cm e 2 cm di spessore, realizzati con materiale refrattario (terra, creta, argilla, polvere di sassi di fiume) e usati appunto come coperchio delle tigelle in fase di cottura poiché in grado di resistere alle alte temperature, hanno dato il nome più comune a questo tipico prodotto da forno.
Ora che sapete quasi tutto sulle tigelle, è arrivato il momento di prepararle con le vostre mani 👐
Ecco la ricetta originale delle tigelle e alcune delle varianti più gustose.
Vi riportiamo per filo e per segno la vera ricetta delle tigelle così come le preparavano le nostre nonne emiliane.
Vi proponiamo 3 modi alternativi ma sempre gustosi per preparare le tigelle: una prima variante è pensata per chi è intollerante al glutine, la seconda per i più golosi e, infine, la terza per chi è più attento alla linea e ricerca una versione più “light” della classica ricetta.
Anche chi è intollerante al glutine può godere dei piaceri della cucina emiliana! Ecco come preparare delle tigelle gluten free buone e fragranti come quelle classiche.
Più grasso c’è, più buono è! Ma sii… concediamocelo ogni tanto uno sgarro alla dieta…fa bene all’umore! Ecco come preparare le saporitissime tigelle con panna da cucina.
Da tigella ipercalorica a tigella ipocalorica è un attimo… Basta cambiare un ingrediente!
Abbiamo sostituito la panna con lo yogurt 0% di grassi e abbiamo ottenuto delle tigelle gustose e light.
Ecco a voi la ricetta 😉
E adesso che sapete come preparare le tigelle, cercate ispirazione su come gustarle al meglio? Scoprite i 10 abbinamenti perfetti per le tigelle nell’articolo di Francesca P. pubblicato su Agrodolce.
Lo sapevate che i due dischi di pietra nei quali un tempo si cuocevano le tigelle avevano anche una decorazione intagliata?
Noi lo abbiamo scoperto in visita al museo della tigella. Pare che ogni famiglia producesse le tigelle con il proprio simbolo di riconoscimento. Il decoro che tuttavia si ritrova più frequentemente è quello della rosa a sei punte detta Rosa Comacina, simbolo di buon auspicio.
Si tratta, infatti, di un simbolo dalle origini antiche, citato anche su una stele etrusca del IV secolo ritrovata nel Bolognese, che compare fin dall’epoca del bronzo.
Nel tempo, la Rosa Comacina – il cui nome deriva dal termine “Comacini” con cui venivano indicati i mastri scalpellini lombardi esperti nella lavorazione dell’arenaria – è divenuta d’uso comune per decorare sia elementi di pregio delle abitazioni, sia oggetti d’uso domestico.