L’Emilia Romagna non è solo terra di Lambrusco e Sangiovese, di motori dalle grosse cilindrate e impasti a sfoglia sottile, ma una regione viva e produttiva anche dal punto di vista artistico, con alcuni centri a capofila di certi generi musicali: se i “punkrocker” hanno visto in Bologna la bengodi di un pellegrinaggio cominciato negli anni ’70/’80 e mai estintosi, alimentato da sottofiloni come il “rock demenziale” degli Skiantos o lo spaghetti-punk dei Gaznevada, il movimento del beat italiano ha incoronato Modena sua città simbolo, aggregando lì i miti nostrani dell’era ‘Beatlesiana’- dai Nomadi all’Equipe 84 e da Francesco Guccini a Pierangelo Bertoli -, mentre la Romagna, litorale di balere e buonumore, si è affermata come culla del folk all’italiana grazie a “Lo Strauss” Secondo Casadei, prima, e suo beneamato nipote Raoul, poi, aprendo le danze del genere liscio a colpi di sax e clarinetto.
Non tutti sanno che da queste parti – per l’esattezza a Ferrara, presso l’Abbazia romanica di Pomposa – nacque, nell’11° secolo, la moderna scrittura musicale per mano di un monaco benedettino, Guido d’Arezzo, inventore del “tetragramma” (poi tradottosi nell’attuale pentagramma), e che la regione primeggia, tuttora, per l’offerta educativa a tema, con più scuole di musica che nel resto della penisola.
Innumerevoli compositori, cantautori e cantanti d’opera, ma anche rocker e direttori d’orchestra, sono figli e fautori di questo luogo di larghe vedute e voci loquaci, e c’è chi, di recente, ha provato a mapparli: è Riccardo Marchesini, regista bolognese che, nel 2014, ha realizzato un docu-film on the road – “Paese mio: storie di piccoli centri e grandi cantanti dell’Emilia Romagna” – sui posti chiave della regione italiana più canterina, da Goro a Solarolo e da Cavriago a Zocca.
Abbiamo indicizzato qui i nomi più illustri, dividendoli per centri urbani in una lista non esaustiva ma significativa che dal piacentino corre fino alla costa riminese.
PIACENZA
Nel cuore di Piaśeinsa, “terra di passo” come la definì Leonardo, è nato Gianni Pettenati, critico musicale e interprete della versione italiana di The Pied Piper (che per noi tutti fu “Bandiera Gialla”), ma anche Marina Fiordaliso, voce di una delle hit più famose degli anni ’80 – Non voglio mica la luna, scritta per lei dall’amico e collega Zucchero Fornaciari – e Nina Zilli, pseudonimo di Maria Chiara Fraschetta, veejay, conduttrice e cantautrice di genere soul, cresciuta nel piccolo comune di Gossolengo.
PARMA
La città di Giuseppe Verdi non ha dato i natali solo al più grande compositore italiano e a uno dei maggiori direttori d’orchestra nostrani, Arturo Toscanini, ma anche a compositori contemporanei del calibro di Ugo Cattabiani – fondatore di Rigoletto Records, il consorzio di cantautori di stanza nella città ducale – e Antonio Benassi, voce della band demenziale Le Borchie, passando per icone pop come Giovanni Scialpi, tra i protagonisti del Festivalbar nei primi anni ’80, ed il gruppo beat-rock de I Corvi, formatosi a Traversetolo nel 1965.
REGGIO EMILIA
Non solo due dei più benvoluti volti della musica popolare italiana – Iva Zanicchi e Orietta Berti, conosciute come l’”aquila di Ligonchio” e l’”usignolo di Cavriago” – ma anche alcuni dei più sofisticati gruppi di alternative e indie rock – dai CCCP di Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni ai Giardini di Mirò di Corrado Nuccini – ed un’ambata di cantautori del calibro di Zucchero Fornaciari, cresciuto nella frazione di Roncocesi, e Luciano Ligabue, il rocker di Correggio, hanno mosso qui, fra la città e la provincia di Reggio Emilia, i primi passi del loro percorso artistico.
MODENA
Se Luciano Pavarotti è stato il più applaudito portavoce di questa città col pallino del bel canto, traghettandone la fama oltre confine assieme ad un’altra gloria della lirica internazionale – il soprano Mirella Freni – Vasco Rossi, originario del comune di Zocca, è da oltre quarant’anni il cantautore più amato assieme ad un altro modenese illustre, il conterraneo FrancescoGuccini. Ma il filone dei cantautori nati nella città della Ferrari non si ferma a questi personaggi: ci sono anche PierangeloBertoli e I Nomadi, oltre ad artisti più leggeri ma non meno leggendari come Maurizio Vandelli e Caterina Caselli, Filippo Neviani in arte Nek e I Ladri di Biciclette di Paolo Belli.
BOLOGNA
La città del Dams e del Centro di Poesia contemporanea, capoluogo di ispirati pensatori e suonatori e storica sede del Piccolo Coro dell’Antoniano, è forse il centro con più assi nella manica in campo musicale: c’è il movimento underground capeggiato da Freak Antoni, compianto padre del rock demenziale, e il più contemporaneo filone dei Jackson Pollock, dei Congedo, dei Rijgs o della cantante e attrice Angela Baraldi; c’è Lucio Dalla, i cui testi riecheggiano tutt’oggi nelle vie del centro, e Cesare Cremonini, che ha illuminato coi suoi versi le vetrine di Via D’Azeglio; ci sono Luca Carboni, Andrea Mingardi, l’eterno ragazzo di Monghidoro – Gianni Morandi – e Dodi Battaglia dei Pooh. E nondimeno le dive della canzone italiana – da Raffaella Carrà a Nilla Pizzi, nate fra il centro e la provincia bolognese, passando per Silvia Mezzanotte, ex voce dei Matia Bazar, e Cristina D’Avena, icona delle sigle televisive – fino ai Gem Boy e Lo Stato Sociale.
Ma c’è soprattutto la voglia di rinverdire questa tradizione musicale con iniziative curiose come il neonato trekking urbano “Ve la do io la musica”, sulle tracce dei pionieri delle liriche Made in Bologna.
FERRARA
Non solo Palazzo dei Diamanti e Castello Estense: la culla di Michelangelo Antonioni è famosa anche per le tante iniziative culturali che propone annualmente, come I Buskers ed il Festival “Ferrara Sotto le Stelle” – che da oltre un ventennio ospita i migliori autori rock, indie e world music italiani e internazionali durante il periodo estivo – e per i tanti personaggi tenuti a battesimo: non è un caso che, da queste parti, siano nati gruppi come Le luci della centrale elettrica di Vasco Brondi, fra i più illuminati fautori della storia della musica alternative, e solisti di indiscutibile statura come Milva, soprannominata la “pantera di Goro”, la più ispirata interprete di Brecht.
RAVENNA
C’è un idolo pop che porta alta, nel mondo, l’aria e l’anima della sua terra: è Laura Pausini – nata a Faenza, in provincia di Ravenna, e cresciuta nella piccola cittadina di Solarolo – che ha registrato il suo primo singolo a soli tredici anni ed è maturata, fra un Castrocaro e un Festival di Sanremo, fino a imporsi come la cantante italiana più ascoltata all’estero, partendo proprio da qui, dal litorale romagnolo. Ma ci sono anche nomi minori – musicalmente non meno rilevanti – come i Quitorigo (col contrabbassista Stefano Ricci originario di Fusignano) a ingrossare le fila dei cantanti e musicisti ravennati.
FORLÌ-CESENA
Se la musa di Franco Battiato, Alice – al secolo Carla Bissi – vincitrice del Festival di Sanremo 1981 col brano “Per Elisa”, è originaria di Forlì, il cantautore e musicista Gaetano Curreri, voce del gruppo degli Stadio, è nato nel borgo medievale di Bertinoro, non distante dalla più nota città di Forlimpopoli, mentre Aurelio Casadei, meglio conosciuto come “Secondo”, principale esponente del liscio romagnolo e autore dell’iconica “Romagna mia” (nonché nonno dell’altrettanto celebre Raul), è il cittadino più illustre di Sant’Angelo, piccola frazione del comune di Gatteo.
RIMINI
La città che ha dato i natali a Federico Fellini e Hugo Pratt, e che è stata set di indimenticabili pellicole – da Amarcord e I Vitelloni del regista riminese a La prima notte di quiete con Alain Delon diretto da Valerio Zurlini, fino al più lieve Rimini Rimini di Sergio Corbucci (e relativo sequel) – ha cresciuto anche ad un cantautore fra i più apprezzati dell’ultimo trentennio: è Samuele Bersani, tra gli artisti con maggiori riconoscimenti da parte del Club Tenco, bolognese adottivo nato a Cattolica, la “Regina dell’Adriatico”, il comune più a est della regione.