Pasqua in Emilia-Romagna: i dolci della tradizione | NonSoloBuono
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Dolci di Pasqua in Emilia-Romagna: tradizioni e ricette da scoprire

Indice:

La Pasqua è una delle festività più sentite in Italia, non solo per il suo significato religioso, ma anche per le sue tradizioni culinarie. In Emilia-Romagna, ogni provincia vanta dolci tipici pasquali tramandati di generazione in generazione. Dai biscotti profumati alle torte soffici, fino ai dolci al cucchiaio, la varietà di preparazioni rende la tavola pasquale un vero trionfo di dolcezza. Scopriamo insieme i dolci pasquali più rappresentativi della regione, con curiosità e ricette tradizionali.

La tradizione dolciaria pasquale in Emilia-Romagna

La pasticceria pasquale emiliana e romagnola si basa su ingredienti semplici ma dal sapore autentico: latte, uova, zucchero, anice, liquori, riso e mandorle sono spesso protagonisti delle preparazioni. Alcuni dolci vengono serviti a fine pasto, magari accompagnati da un buon vino dolce o da un caffè altri sono ideali per la colazione di Pasqua. Oltre al piacere del gusto, questi dolci racchiudono un significato simbolico legato alla rinascita e al significato della festa.

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1. Latte in piedi - Piacenza

Il Latte in piedi è un dolce al cucchiaio simile al crème caramel. Nato nella tradizione contadina, questo dessert veniva preparato con ingredienti poveri ma nutrienti, perfetto per il periodo pasquale. La sua consistenza morbida e il sapore delicato lo rendono un dolce semplice ma raffinato, ideale per concludere un pranzo festivo. È un dolce tipico di tutta la zona emiliana, ma a Piacenza viene realizzata una versione “speciale” con cacao in polvere e amaretti, senza caramello.

Ecco la ricetta del Latte in piedi.

Ingredienti:
1 l di latte bollito
100 g di amaretti
12 uova (otto tuorli e quattro albumi)
14 cucchiai di zucchero
1 limone grattugiato
100 g di cioccolato in polvere
4 fogli di colla di pesce

Preparazione:

  1. Sbattere bene le uova con lo zucchero, tritare gli amaretti e unire il tutto.
  2.  Aggiungere il cioccolato in polvere, il limone grattugiato e i fogli di colla di pesce diluiti prima in un po’ di latte caldo. Per ultimo, incorporare i 4 albumi montati a neve.
  3.  Sciogliere lo zucchero in uno stampo di rame (o altro materiale) posizionato sopra il fuoco.
  4.  Scolare nello stampo tutto il preparato usando un colino e cuocere a bagnomaria per circa 1h e 15 minuti. Fare attenzione che durante la cottura non entri acqua nello stampo.
  5. Una volta cotto, lasciare raffreddare il dolce nell’acqua e poi conservarlo in un luogo fresco.
  6. Servire il dolce in un piatto rotondo e fondo uno o due giorni dopo la preparazione.
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2. Torta Maria Luigia - Parma

La storia della Torta Duchessa o Torta Maria Luigia non è molto chiara e ci sono varie teorie che ne giustificano il nome: alcuni dicono che fu chiamata così perché un pasticcere di corte lo realizzò proprio in onore della Duchessa; altri perché era il suo dolce preferito; altri ancora sostengono che si chiami Maria Luigia per ricordare la dolcezza della Duchessa di Parma. Quello che è certo è che questo dolce è davvero unico nel suo genere: è un dolce particolarmente ricco e leggermente alcolico, adatto come fine pasto anche per ricorrenze importanti, per questo è spesso utilizzato come dolce di Pasqua emiliano. La Torta Maria Luigia ha un aspetto gustoso ed elegante, è facilmente reperibile nelle migliori pasticcerie che propongono dolci tipici e tradizionali, anche in versione mignon.

3. Colomba di Pavullo - Modena

Variante locale della classica colomba pasquale, tipica del borgo di Pavullo nel Frignano, sull’Appennino modenese, questa preparazione si distingue per la sua semplicità e il sapore autentico. La ricetta tradizionale prevede un impasto più rustico rispetto alla colomba industriale, con una consistenza meno soffice ma più fragrante, perfetta da gustare con un bicchiere di vino dolce.

Questo tipico dolce pasquale dell’Emilia-Romagna è composto da diversi strati di pasta, farciti con il savôr, una marmellata di mosto d’uva con l’aggiunta di frutta, arricchita con pinoli e uva passa.

Per chi si volesse cimentare con la preparazione di questo grande lievitato davvero particolare, ecco la ricetta della Colomba di Pavullo.

Ingredienti:
1 kg di farina di tipo 00
500 g di Confettura di frutta mista Sapore Le Conserve della Nonna
150 g di zucchero
100 g di lievito da pane
150 g di burro
100 g di uva passa
100 g di pinoli
100 g di Marsala
250 g di latte
3 uova
1 cucchiaino di scorza di limone grattugiata
Sale q.b.

Preparazione:

  1. In una terrina, far sciogliere il lievito con metà del latte previsto dalla ricetta. Aggiungere metà della farina e impastare fino ad ottenere un impasto omogeneo e morbido.
  2. Fare un taglio a croce sulla superficie, ricoprire il pane con un po’ di farina, riporre in una terrina e far riposare in un luogo fresco per otto-dieci ore.
  3. Quando questo primo pane sarà ben lievitato, impastarlo con il latte e la farina restanti e lasciarlo lievitare ancora per circa quattro ore.
  4. Impastare quindi il pane con zucchero, burro, Marsala, uova, sale e scorza di limone, fino ad ottenere un impasto ben amalgamato e liscio. Tagliare la pasta in 4 parti e stendere dei dischi di circa un centimetro.
  5. Ungere con del burro una tortiera dai bordi alti e rivestirla con un primo disco, che dovrà essere un po’ più grandi degli altri, e farcirlo con savôr, pinoli e uvetta. Realizzare altri strati alternando il ripieno e gli altri dischi di pasta, tenendo l’ultimo come copertura. Fare lievitare in un luogo fresco per un paio d’ore.
  6. Spennellare la superficie con un tuorlo d’uovo allungato con del latte e spolverare con dello zucchero.
  7. Infornare in forno preriscaldato a 180° per circa 30 minuti.
4. Zuccherini di Pasqua - Ferrara

Ferrara, antica capitale della dinastia Estense e oggi sito UNESCO, custodisce un patrimonio gastronomico ricco di influenze culturali. Tra le sue specialità pasquali spiccano gli zuccherini, dolcetti secchi dalla caratteristica forma di ciambella appiattita, la cui origine affonda nella tradizione ebraica.
La comunità ebraica ferrarese, insediatasi nel cuore della città sin dal Medioevo, ha vissuto e prosperato per secoli. Il ghetto, un tempo situato in via Sabbioni (oggi via Mazzini), era il fulcro della vita comunitaria, con numerose botteghe e attività. Questa convivenza tra culture ha dato vita a una cucina ebraico-ferrarese unica, ricca di piatti tramandati nel tempo.

Gli zuccherini di Pasqua venivano preparati nei giorni precedenti il Pesach, la Pasqua ebraica, e la loro realizzazione era un momento di condivisione e allegria nelle cucine delle famiglie. Le donne si divertivano a sfidarsi nella preparazione, gareggiando su chi riuscisse ad attorcigliare più dolcetti nel minor tempo possibile. Ancora oggi, questi biscotti rappresentano un simbolo di memoria e tradizione, un ponte tra passato e presente nella cultura gastronomica ferrarese.

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5. Torta di Riso - Bologna

Una torta che fa parte della tradizione culinaria bolognese già dal 1400, pensata per celebrare le feste di primavera, come simbolo di abbondanza e prosperità per la Pasqua, ma anche il Corpus Domini.

Dolce cremoso e profumato, preparato con riso, latte, zucchero e liquore, senza farina e senza lievito (che lo rendono adatto anche ai celiaci) caratterizzato da una consistenza particolarmente morbida.

La torta di riso è un dolce pasquale dell’Emilia-Romagna molto semplice da preparare ma che ha bisogno di pazienza e poca fretta. Per preparare a casa la torta di riso bolognese si può seguire questa ricetta.

Ingredienti:
850 ml di latte intero
200 g di riso
200 g di zucchero semolato
50 g di mandorle da tritare
3 uova
scorza grattugiata di un limone
semi di bacca di vaniglia
una tazzina di Amaretto di Saronno
50 g di cedro candito
zucchero a velo per decorare

Preparazione:

  1. Come prima cosa scaldare il latte con la vaniglia e metà dello zucchero. Quando inizia a bollire, aggiungere il riso, mescolare e abbassare la fiamma.
  2. Lasciar cuocere dolcemente per circa in ora, finché non si sarà assorbito tutto il latte.
  3. Toglier dal fuoco e lasciar raffreddare, mescolando di tanto in tanto.
  4. Montare le uova con il resto dello zucchero e la scorza di limone. Aggiungere quindi la crema di riso e latte mischiando delicatamente.
  5.  Successivamente, aggiungere anche le mandorle triate e il liquore.
  6.  Versare il composto in una teglia imburrata e infarinata e mettere a cuocere in forno già caldo a 180° per 50 minuti circa.
  7. Una volta cotta la torta risulterà morbida ma con la superficie ben dorata.
  8. Una volta sfornata e raffreddata, decorare con zucchero a velo e tagliare a quadrotti.
6. Zambèla - Rimini

A Rimini, la Pasqua porta con sé un dolce tradizione: la ciambella romagnola, conosciuta in dialetto come zambèla o brazadèla. Insieme all’uovo di cioccolato, questo dolce rustico non manca mai sulle tavole delle famiglie romagnole, ognuna con la propria variante speciale.

La ciambella romagnola è unica nel suo genere, perché, a differenza delle classiche ciambelle, non ha il buco. La sua consistenza friabile e leggermente biscottata la rende perfetta in ogni occasione: dalla colazione alla merenda, fino al dolce dopo pasto, soprattutto se accompagnata da un buon bicchiere di Sangiovese, che ne esalta il sapore.

Lo spirito di condivisione si ritrova ancora nella preparazione della zambèla, che diventa un tipico dolce pasquale, un rito che unisce le famiglie e affonda le sue radici nella tradizione più antica. Ogni famiglia ha la propria versione, c’è chi la preferisce semplice e friabile, chi la arricchisce con zucchero a velo, granella di zucchero o gocce di cioccolato.

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