Esistono numerose leggende che raccontano l’origine dei nomi delle città e spesso fanno riferimento a eventi che si perdono nell’antichità.
È questo il caso di Bertinoro, piccola cittadina collinare nella provincia di Forlì-Cesena, famosa soprattutto come luogo d’origine dell’Albana di Romagna, rinomato vino bianco dorato prodotto esclusivamente nelle province di Bologna, Forlì-Cesena e Ravenna da tempi antichissimi. Furono i Romani a introdurre la coltivazione di questo vitigno nella zona, considerandolo un vino eccellente, come si legge nelle descrizioni di Catone, Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane.
Una leggenda racconta che nell’estate del 435 d.C. la principessa Galla Placidia, figlia di Teodosio, ultimo imperatore dell’Impero Romano unito, decise di allontanarsi da Ravenna, allora capitale imperiale, e di ritirarsi tra le colline della Romagna per sfuggire alla malaria. Durante il viaggio fece una sosta in un paese di collina noto come Monte dell’Uccellaccio e gli abitanti del luogo le offrirono da una semplice brocca un calice di terracotta con il vino bianco locale noto come Albana. Entusiasta della bevanda, la principessa esclamò: “Non di così rozzo calice tu sei degno, bensì di berti in oro, per rendere omaggio alla tua soavità!”.
Si dice che fu questo il motivo per cui il paese cambiò nome e da Monte dell’Uccellaccio divenne Bertinoro.
Ancora oggi l’Albana di Romagna è una produzione locale molto rinomata. Per molto tempo è stato il vino tipico dei contadini della zona, ma negli ultimi decenni ha subito numerose evoluzioni grazie alle nuove tecnologie di vinificazione. Questo pregiato vino, già DOC dal 1967, nel 1987 è stato il primo bianco italiano ad ottenere il riconoscimento DOCG. Dal 2011 è stato rinominato Romagna Albana DOCG.