Il fagiolo cosaruciauru di Scicli
Nel territorio di Scicli, in provincia di Ragusa, si è conservata la produzione di un legume unico nel suo genere, il fagiolo cosaruciauru di Scicli presidio Slow Food. Questo nome così strano proviene dal dialetto siciliano e vuol dire “cosa dolce” per via del sapore di questo legume, una caratteristica unica che lo distingue dagli altri fagioli, come il suo colore bianco panna con delle screziature marroni e la buccia sottile.
Un tempo le aree di coltivazione del fagiolo cosaruciauru, chiamate “cannavati”, erano fatte di terreni alluvionali, freschi e permeabili, localizzati lungo il torrente Modica-Scicli. I coltivatori, chiamati “ciumarari”, dal siciliano “ciume”, cioè fiume, nel periodo dei raccolti caricavano sacchi pieni di fagioli sui carrettini e arrivavano anche fino alla vicina Modica per venderli ai negozi.
Il territorio sciclitano dove il fagiolo viene coltivato oggi si estende a circa 100 mt di altitudine, in terreni sciolti, freschi, fertili, non eccessivamente calcarei e con disponibilità di acqua irrigua di buona qualità. Tale condizione è prerequisito indispensabile per ottenere un prodotto di qualità tale da diventare un presidio Slow Food.
(Pietro Costantino)

La riscoperta di un’antica coltivazione
La coltivazione del fagiolo cosaruciauru risale all’inizio del ‘900, quando l’economia di Scicli girava quasi esclusivamente attorno a questo particolare legume, detto anche “casola cosaruciara”. Poi il fagiolo cosaruciauru è quasi totalmente scomparso e solo pochi contadini hanno continuato a coltivarlo nel proprio orto per preservare la tradizione e per non perdere la possibilità di gustarlo in una zuppa con le verdure o le cotiche. Solo di recente la coltivazione del Fagiolo cosaruciaru di Scicli ha suscitato l’interesse di alcuni giovani produttori che credono nel proprio territorio e ne vogliono valorizzare le risorse locali. La tipizzazione della coltura, infatti, costituisce un significativo valore aggiunto per il sostegno di piccole e medie aziende agricole siciliane.

Il progetto Presidi di Slow Food
I presidi Slow Food sono progetti nati per favorire la biodiversità e un’agricoltura equa e sostenibile, valorizzando la cultura gastronomica locale. Non è difficile dunque comprendere come il fagiolo cosaruciauru sia diventato un presidio Slow Food. Il recupero di questa antica tradizione agricola, la valorizzazione del territorio stesso e la coltivazione con tecniche sostenibili ed a basso impatto ambientale rendono questo progetto fonte di orgoglio per tutti gli agricoltori di Scicli. L’obiettivo del presidio è garantire un futuro a questo legume così pregiato. www.fondazioneslowfood.com