Food Porn: la sensualità nel piatto
Un nome ammiccante che però non deve farci arrossire: con “food porn” si indica la rappresentazione e l’esaltazione sensuale di uno dei piaceri della vita che non crea alcun imbarazzo. Questa vera e propria mania, che può essere a buon diritto definita la tendenza degli ultimi anni, dimostra come l’immagine del cibo possa generare a tutti gli effetti un potente desiderio.
Non è una novità che in tavola anche l’occhio voglia la sua, ma la diffusione dei telefoni cellulari con fotocamera integrata e l’incommensurabile successo dei social network hanno permesso la nascita di un irrefrenabile impulso allo scatto del “piatto perfetto” e alla condivisione immediata su tutte le piattaforme.
Ci vengono presentate in continuazione istantanee goduriose di accattivanti antipasti, invitanti primi piatti, succulenti secondi e cremosi dessert. La vista di queste prelibatezze è sufficiente a farci venire l’acquolina in bocca, completamente sedotti dalla sensualità del cibo. Anche se l’immagine non può trasmettere il gusto e il profumo, la reazione del nostro cervello è così potente da scatenare esattamente le stesse sensazioni che proveremmo se fossimo realmente davanti a quel piatto, ma la consapevolezza che si tratta soltanto di un’immagine dà il via all’irrefrenabile desiderio di assaggiare quella delizia. Questa è la vera identità del food porn: il desiderio di dare concretezza a quello che si percepisce solo con gli occhi, paragonabile proprio a quello della pornografia.
Non è possibile quantificare con precisione il successo di questo fenomeno, ma basta cercare #foodporn su Instagram, il social che per eccellenza ha decretato il dilagare di questa moda. Il risultato è strepitoso: quasi 82,5 milioni di post, quindi di immagini e video pubblicati solo su questo canale!
Il food porn ha molto successo perché a tutti piace il buon cibo, e se è bello piace ancora di più. Ha anche una preziosa utilità: mantenere un vivo ricordo di tanti piatti bellissimi da vedere, che però hanno avuto breve vita e sono stati consumati subito dopo lo scatto!
(Giacomo Schirò)